L'ANT, Associazione Nazionale Tumori, è stata fondata nel 1978 e si è trasformata in Fondazione nel 2002. Dal 1985 (anno di inizio dell’assistenza a domicilio) ad oggi, ha assistito gratuitamente 70.000 sofferenti di tumore. Attualmente circa 3.000 persone in tutta Italia sono assistite dal personale dell’ANT. Abbiamo intervistato la Dott.ssa Raffaella Pannuti, segretario generale di ANT Italia.
La vostra Fondazione si occupa di un campo piuttosto difficile e complesso quale quello della lotta ai tumori. Come operate in concreto?
Durante la malattia spesso è difficile ottenere quelle assistenze giuste per affrontare il dolore e la sofferenza. È per questo che la Fondazione ANT, dal 1978, si propone di far fronte alle esigenze fisiche, emotive, e spirituali dei sofferenti di tumore. La lotta al tumore passa dalla prevenzione, alla ricerca, alla formazione e all’assistenza domiciliare. Questo è quello che ANT fa ed ha fatto nei suoi 31 anni di attività.
Oltre all’assistenza vi occupate anche di prevenzione?
Oltre a progetti di assistenza domiciliare, abbiamo fatto, e continuiamo a fare, progetti di prevenzione, soprattutto legati al melanoma. Il melanoma è un tumore della pelle che ha avuto una recrudescenza alta in questi anni per via di fattori di vita, raggi solari, abitudini diverse ecc…
La prevenzione è fondamentale per questo tipo di tumore in quanto, se riconosciuto e quindi asportato in tempo, non comporta problemi, in caso contrario, genera situazioni spiacevoli e difficilmente risolvibili.
Abbiamo avviato anche dei progetti di prevenzione all’interno delle scuole, soprattutto per quanto riguarda tabagismo, alcool e abitudini alimentari, inoltre, riteniamo che sia di fondamentale importanza formare i giovani al volontariato.
Voi credete nell’Eubiosia. Può spiegarci cos’è?
L’Eubiosia è il valore etico su cui basiamo il nostro lavoro. È una parola coniata dal nostro fondatore e significa “le qualità che conferiscono dignità alla vita”, ovvero, il riconoscimento e l’affermazione dei propri diritti e di quelli altrui con amore. E’assurdo per una Fondazione come la nostra parlare di eutanasia intesa come morte anticipata. Quello che noi vogliamo è riconoscere i bisogni del sofferente e farcene carico fino alla conclusione naturale della vita. Tutto questo, chiaramente, va fatto in modo che la vita continui ad essere degna di essere vissuta. Dunque siamo totalmente contrari all’accanimento terapeutico.
Quindi contrari all’eutanasia ma anche all’accanimento terapeutico?
Crediamo che i bisogni assistenziali siano come un ago della bilancia che deve essere in equilibrio tra quello che è l’accanimento terapeutico e l’abbandono assistenziale, entrambi dannosi. La persona che chiede di morire, in fondo, non emette altro che un grido di dolore e sicuramente la solitudine è la migliore alleata del dolore. Bisogna aiutare il sofferente stando vicino a lui e alla famiglia. Attenti dunque a non creare una cultura della morte, come purtroppo sta succedendo in diversi paesi europei.
Quello dell’Eubiosia è un valore molto simile all’idea della sacralità della vita per il cristianesimo. Avete un preciso orientamento religioso?
La nostra è una Fondazione laica, anche se, abbiamo dei valori, primo tra tutti quello della vita intesa come sacra ed inviolabile, che si avvicinano a quelli della religione cristiana. Nell’ANT trovano spazio persone di diverso credo religioso e politico, poiché ognuno ha il diritto di lavorare e di essere assistito nel momento del bisogno.
Quali sono i costi che la vostra Fondazione deve sostenere?
L’ANT è una Fondazione privata, nel senso che gode anche di fonti pubblici ma è basata sul volontariato. Siamo la più grande organizzazione non profit che si occupa di assistenza domiciliare in Italia ma anche in Europa. La nostra Fondazione nasce da volontari, ma i medici, gli psicologi, gli infermieri che si occupano di assistenza sono dei professionisti. Quindi, noi raccogliamo fondi per fare in modo che dei professionisti possano gratuitamente recare assistenza domiciliare ai sofferenti in fase avanzata ed avanzatissima.
Garantiamo assistenza gratuita 24 ore su 24. In media una giornata di assistenza in ospedale costa circa 600 euro, una giornata di assistenza ANT, escluso il costo dei medicinali, 30 euro. Questo scarto è dovuto ai costi aggiuntivi che vengono a mancare con l’assistenza domiciliare rispetto a quella ospedaliera, e dal fatto che molte funzioni all'interno della Fondazione sono svolte a titolo volontario.
Non ci limitiamo a fornire solamente assistenza sanitaria ma anche sociale. Alle famiglie particolarmente disagiate forniamo un contributo economico di 250 euro al mese.
L’ANT si sostiene attraverso le donazioni dei privati cittadini. Circa un 20 % dei contributi arriva dalle ASL, quindi da strutture pubbliche. Il restante 80% tocca a noi trovarlo tramite raccolta fondi. Sono circa 90.000 le persone che sottoscrivono la propria dichiarazione dei redditi a favore dell’ANT, e questo significa molto per noi. Oltre al beneficio economico, vuol dire che molta gente riconosce e apprezza il nostro lavoro. Tutto questo dimostra che stiamo lavorando bene, ed è un riconoscimento importante dal punto di vista emotivo e morale.