Le considerazioni dopo le elezioni del 2 dicembre e i progetti per il fututo degli stranieri eletti nel Consiglio
Il 10 aprile 2008 il Consiglio provinciale degli Stranieri e Apolidi di Bologna ha ufficialmente eletto i suoi rappresentanti e si appresta, di fatto, ad entrare in funzione all'interno delle amministrazioni provinciali.
E' passato ormai quasi un anno dalla delibera (n.39/2007) del 29 maggio scorso. In quella data il Consiglio provinciale istituiva il Consiglio degli Stranieri e Apolidi che sarebbe stato eletto mediante votazione di tutti i cittadini stranieri residenti a Bologna e provincia.
In seguito all'election day del 2 dicembre, 30 consiglieri democraticamente eletti tra 275 candidati di ben 32 liste, sono entrati a far parte del Consiglio provinciale degli Stranieri e Apolidi. Scrivere questa pagina, nell'amministrazione della provincia di Bologna ha avuto un significato importante, come non mancano di ricordare gli eletti. Sia sul piano simbolico che su quello politico, dare una voce e un peso, anche se non decisionale, agli stranieri che abitano, lavorano e allevano i loro figli nella provincia di Bologna, porterà enorme beneficio in quel cammino che la politica deve perseguire per agevolare la convivenza tra culture diverse, pur nel rispetto delle medesime leggi all'interno di un territorio circoscritto.
Da qui, da queste elezioni e con tali premesse, il Consiglio degli Stranieri e Apolidi della provincia di Bologna assume un rilievo particolare a dispetto del fatto che non si tratta di un'esperienza inedita. Infatti pur trattandosi del primo organismo elettivo di rappresentanza a livello provinciale della popolazione straniera di Bologna, questa istituzione ha avuto diversi precedenti in Emilia Romagna. In un'intervista, Raffaele Lelleri, funzionario provinciale, cita ad esempio le esperienze di un Consiglio simile sia nella provincia di Ferrara che in alcuni comuni modenesi quali Nonantola e Sassuolo, oppure per quanto riguarda l'area di Bologna, a Monzuno.
In ciascuna di queste aree il Consiglio ha avuto un ruolo di supporto all'attività d'integrazione degli stranieri. Almeno a livello locale. Su un livello politico, concretamente, il Consiglio ha facoltà ed obbligo di esprimere pareri e proposte su tutte le materie di competenza del Consiglio provinciale: il parere è obbligatorio sulle proposte di bilancio preventivo e sulle spese riguardanti le politiche per gli stranieri. Il valore di questi pareri però sarà soltanto consultivo.
Tuttavia ciò non va a detrimento dell'importanza di una campagna improntata all'accoglienza che la Provincia vuole indirizzare agli stranieri. Questa inchiesta condotta da Bandieragialla.it ha preso il via durante le elezioni del 2 dicembre 2007, ed ha inteso approfondire quanto più possibile le notizie che riguardassero la "macchina" messa in moto da queste elezioni.
Da un progetto in embrione ben sette anni fa, partito attraverso il Forum Metropolitano di cui ci racconta in una breve intervista il suo presidente Raymon Dassi, fino alla campagna di diffusione pubblica curata dalla Provincia in collaborazione con l'Università di Bologna. Campagna che ha avuto un riscontro positivo nonostante i problemi scontati quali, tra tutti, quello di definire un canale per riuscire a comunicare invitando alle urne un pubblico così vasto e culturalmente variegato, come quello dei quasi 50 mila stranieri oggi a Bologna.
Infine, qualche parola da alcuni dei consiglieri eletti, i quali tutti hanno sottolineato il senso di responsabilità di cui il Consiglio degli Stranieri si sente investito. L'obiettivo infatti resta quello di facilitare l'integrazione sociale e in alcuni casi di lottare contro il pregiudizio diffuso.
E comunque, come sottolinea Raymon Dassi, non si può non essere ottimisti sulla direzione intrapresa e sul successo, pure dal punto di vista numerico, di queste elezioni.
Giusto per dare qualche cifra sarà utile ricordare che il Consiglio eletto domenica 2 dicembre 2007 ha portato alle urne oltre 9.200 elettori su circa 43.000 ufficialmente residenti nella provincia di Bologna e iscritti alle liste. Dunque, la partecipazione al voto è corrisposta a poco più del 21% degli aventi diritto, suddivisa tra il 25,2% di votanti uomini e il 17% di donne.
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