"Viaggio, fuga, erranza, pellegrinaggio, vagabondaggio, migrazione, turismo, sono solo alcune delle parole che esprimono uno spostamento di persone. Parole diverse dietro cui si nasconde uno sguardo gerarchizzante, che discrimina perché non rende conto delle disparità e disuguaglianze insite nelle diverse categorie. A queste parole si associano immagini, stereotipi ed emozioni contrastanti, spesso opposte: i migranti o rifugiati percepiti come pesi morti, portatori di angoscia e pericolosità, da respingere in quanto 'problema sociale'. I turisti o viaggiatori da accogliere in luoghi confortevoli, in quanto portatori di un plusvalore immediato, in primis economico. [...] Muovendosi tra film, musica, teatro, murales, questo numero di Zacrepublic! disegna una diversa topografia dello sguardo. Dando voce a chi di solito è 'parlato', la rivista sovverte i confini di un paesaggio dato per scontato dall’ecosistema mediale. [...] E traccia nuove mappe, poetiche e di relazione, che diventano guide per viaggiare oltre la geografia morale del mondo".
Sono queste le parole di Pierluigi Musarò, docente dell’Università di Bologna e cofondatore del festival It.a.cà, nell'editoriale di apertura del quarto numero di Zacrepublic!, la rivista dei richiedenti asilo di Bologna realizzata dalla cooperativa Arca di Noè.
Zacrepublic! nacque nel 2016 dalle esperienze del Centro Zaccarelli, la struttura di seconda accoglienza in via del Lazzaretto, grazie alla collaborazione con la Cooperativa L’Arca di Noè e l’associazione PrendiParte, e si è sempre posta come una rivista per andare oltre i numeri e raccontare tante storie di accoglienza e condivisione.