Ricordando il pensiero di Paolo Grassi, impresario nonché direttore teatrale, giornalista e dirigente pubblico italiano, è inevitabile arrivare alla conclusione che il teatro è, tra tutte le arti, senz'altro il più indicato per rivolgersi al cuore e alla sensibilità dell'essere umano. E' corretto, quindi, affermare che, essendo una necessità collettiva, esso dovrebbe essere al pari di un qualunque servizio pubblico. Proprio questo è l'obbiettivo che il Teatro Diffuso, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna (Assessorato alla Sanità) che a sua volta coinvolge i Dipartimenti di Salute Mentale di Bologna, Reggio Emilia, Ferrara, Piacenza, Forlì, Cesena, Modena, Parma, Rimini e Imola che provvedono al coordinamento e alla gestione delle attività, si sono posti.
Il progetto regionale Teatro e salute mentale è promosso e finanziato dalla Regione Emilia Romagna ma sono presenti le compagnie di teatro per la salute mentale anche nelle regioni del Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Puglia, Sardegna e Sicilia. Un progetto, insomma, di portata nazionale.
Per i pazienti, l'attività teatrale, rappresenta un beneficio personale eccezionale poiché attraverso l'esercizio fisico e vocale, memorizzazione, presenza puntuale alle prove, allestimento e ideazione scenica, stesura della drammaturgia, realizzazione dello spettacolo e gestione dell’emotività che ne deriva, si arriva ad acquisire uno strumento importante sia nella prevenzione, che nel trattamento della sofferenza psichica. Il raccordo fra salute mentale e cultura, attraverso la valorizzazione e diffusione di produzioni di compagnie teatrali miste, favorisce la realizzazione di attività di prevenzione primaria attraverso il potenziamento di quelle artistiche.
La cosiddetta società prossimale, composta dai famigliari, dagli amici dei pazienti e dal personale interessato nelle cure, viene immancabilmente coinvolta nel processo che scaturisce dal progetto. Ciò che ha, però, valore ancor più importante è la contaminazione dell'altro versante della società che si potrebbe definire distale, si intende quello che, fino ad ora, non ha avuto modo di approssimarsi alla realtà dei malati, con conseguente sensibilizzazione di quest'ultimo. D'altronde il pubblico non è altro che un gruppo di uditori silenziosi ma partecipi e, in un certo senso, dei collaboratori che avvicinandosi a questa realtà hanno modo di conoscerla e avere un domani una percezione positiva di questo tipo di malattia.
I giorni 21 e 22 gennaio si terranno gli incontri inerenti al convegno nazionale Il Teatro Diffuso. Il seminario sarà preceduto da un workshop di confronto tra le diverse esperienze teatrali nate in Italia che si svolgerà il 21 gennaio presso il Teatro Arena del Sole, in via Indipendenza 44 a Bologna, e sarà rivolto agli operatori di settore invitati direttamente dai promotori. Gli esiti del workshop verranno presentati al pubblico nella prima parte della mattinata del 22 gennaio, presso l'aula Magna Regione Emilia Romagna, viale Aldo Moro 30, dalle 8,30 alle 14 e saranno oggetto della tavola rotonda dal titolo Per l’evoluzione e il futuro del teatro diffuso che prevederà la partecipazione di ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione ATER – Circuito regionale multidisciplinare, Fabrizio Starace (Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica e Dipartimento Salute mentale e dipendenze patologiche AUSL di Modena), Roberto Museo (CSVnet Associazione Nazionale dei Centri Servizi per il Volontariato), Massimo Marino (saggista e critico teatrale) e Mara Venuto (giornalista e blogger). Concluderà il seminario l’intervento del Ministero della Salute e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.
La partecipazione è gratuita ma i posti sono limitati quindi è consigliata la pre-iscrizione per riservare il posto.
Per maggiori informazioni: Maria Francesca Valli, minguzzi.salutementale@cittametropolitana.bo.it.